giovedì 9 ottobre 2008

Domenica scorsa………….alle Scuderie del Quirinale

Dalle 7e30 di Domenica 5 Ottobre, una strana, nuova eccitazione, no, meglio scoperta da fare, mi ha preso Tutto.
Preparato al solito per uscire, in società o da solo, con giornali, libri e materiale per scrivere, sono arrivato in notevole anticipo all’appuntamento con mia sorella, sotto casa sua, per prendere: “My Little Princess” e portarla per la prima volta con me ad una mostra.
-A dieci mesi è già un po’ tardi per i miei canoni.-
La preparazione dell’evento si è risolta nel semplice accordo con Cristiana e con il montaggio del
Sedile per lei nella mia macchina, subito dopo siamo partiti.
Dalla sera precedente, ad un concerto ai giardini del Verano, un solo ritornello mi suonava in testa: “AS ROMA!!!”.
E cantando cantando siamo arrivati alle scuderie del Quirinale, poca fila quasi tutti anziani o giù di lì, un sole che già mi scioglieva come al solito e lei che tra un sorriso ed un ciao ciao, dava la sua semplice esagerata e meravigliosa presenza non come spettacolo, ma solo come regalo di un dio minore al momento ben disposto.
Pochi minuti, trascorsi tra le transenne e già con calma potevo pulirle il naso, nessuna brusca reazione; se prima gioca col fazzoletto, subito dopo la cerimonia della svestizione al guardaroba e la salita alla mostra per le scale non con il Lift - come due tedeschi mi hanno fatto notare che c’era,(non lo avessi saputo magnacrauti)- ma: perché privarla di fare comodamente seduta nel suo passeggino quello che qualche papa magari pure malvagio o corrotto ha goduto?
Arrivati alla fine della cordonata, ero come “Barry White in concert”: zuppo come una medusa.
Rapida rimozione della giacca, sistemazione delle cose nel passeggino, prima sorsata d’acqua dalla sua tazza tecnologica e via verso nuove e meravigliose avventure(star trek?).
Le prime sale, scavalcando ed infilandoci tra i soliti catatonici, che non possono fare due cose insieme (come il presidente Jonhson, che se masticava una gomma, scendendo la scaletta dall’aereo, cadeva), ascoltare il commento dell’audio guida e “vedere” l’opera; guardarla o capirla o penetrarla anche senza commenti dotti o meno, resta lontana dalla diretta fruizione di: un manufatto che richiesto, ordinato, pagato viene eseguito dall’artista che lascia un segno e a questo da un significato legato al momento alle conoscenze e tradizioni dei luoghi e del tempo, resta frutto e segno dell’esecutore che dentro, profondamente dentro qualcosa dice e questa resta o diviene dono per chi davanti all’opera si pone libero e disposto, così come My Little Princess, neanche lo avessi sussurrato a quelle sue trasparenti orecchie, guarda curiosa ed eccitata.
La penombra, il sussurrare di tanti e le sgraziate voci di pochi, ma soprattutto i colori e le forme, malgrado i pochi giorni trova quasi istantaneamente praticabili mi lasciano ben sperare.
Una visita rapida, è raffreddata, si muove curiosa in braccio a zio e tutto osserva, fino ad una madonna con bambino e puttini.
I piccoli suoni che fino ad allora aveva elaborato ed emesso con una grazia sorridente esplode in un’urletto.
Come se avesse riconosciuto qualcosa o qualcuno, si tende alla tavola, e muove rapida gli occhi a cercare chissà cosa, poi si gira si riappoggia alla mia spalla e come volesse andare oltre si sposta e sbilanciando il peso facendomi spostare verso il passeggino, ri-volge lo sguardo alla tavola ancora una volta, poi si dedica alle ultime opere, sorridente e molto molto sonora.
Come parlasse, probabilmente commenta la cosa che più l’ha colpita.
Zio cerca per la terza volta, la tazza tecnologica: rifiutata, passo al succo di frutta guardato con sospetto, cerco la via per la caffetteria, così seduti tenterò di bere anch’io e ritentare il succo.
Naah!!! Il passeggino come bruciasse lo rifiuta fino alla fine della sala che precede la scala o l’ascensore, là davanti a Roma che guarda come si guarda una montagna, si rilassa, siede composta e scendiamo col lift.
Appena usciti Cristiana chiama, e chiede, rispondo e ripartiamo.
Una sosta con un incontro quasi casuale, ma necessario e poi verso casa.
Al portone rivede mamma ride, arriva papà che suona dallo scooter e ride.

Lo zio più felice della galassia, si rimette in macchina.

Tutto questo, ha sempre avuto sotto non il solito rumore di fondo, ma un piccolo dolore al cuore dell’anima, è risalita galla la breve chiacchierata con Angelica di una settimana fa, tanti brani musicali che muovono alla commozione ma che si devono fermare al dolore, letture sparse e poesie tanto belle da piangere………………….
e tutto questo andrà perso, come lacrime nella pioggia
No tutto questo grazie alla My Little Princess mi ha dato una visione Nuova, Splendida, Viva, Piena, Positiva che lascia il rumore di fondo sul fondo, da dove non sparirà mai, se non per andare ancora più in fondo, fino a quando non diverrà altro che il ricordo di un rumore di fondo e forse allora potrò risolverlo o morirci affogato dentro.

La prossima volta, vorrei raccontarti ……………………

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