giovedì 15 maggio 2008

Tutti a casa.

L'ora delle decisioni irrevocabili, direbbe lo zietto del berlusca,
a me piace invece dire che a furia di tirare la corda si rompe.
Che non si muore per Amore, come diceva il saggio Lucio è una gran bella vertià e siamo alla seconda citazione, ma da qualche giorno il concorso di qualche influenza celeste, mi ha regalato una visione folgorante.
Magari se provo riesco a smettere di gettare energie e tempo e danaro e affetti dietro a storie che anche per una qualche mia responsabiliìtà, hanno quasi come marchio di fabbrica ed orribile costante la dipendenza delle mie "amiche" verso qualcun'altro o altra.
Spesso anzi sempre ho impiegato troppo tempo e tanta dolcezza nel "segnalare" il mio disagio, così che alla fine tante piccole dimenticanze disattenzioni che lasciavo trasparire mi hanno messo dalla parte sbagliata e nella condizione di essere insultato e trattato come insensibile. La conseguenza di questo ha sempre portato all'innalzamento repentino del livello di insopportabilità e gli scontri più simili a massacri che confronti.
Poi alla fine a me resta solo il dolore delle offese, la pena del tempo perduto e tutti i bei ricordi, conditi da tanta rabbia, che è e resta tale ma solo per il risultato, quasi tutte ancora hanno stima ed affetto, per me anche perchè se è finito è finito per loro scelta.
E questo qualcosa vorrà dire.

Quindi due giorni fà, ho preso il mio povero corpicino, mettedo l'anima in stand by e mi sono regalato un tuffo in quello che Amo.
Un giro a piedi da solo verso il centro e improvvvise le Scuderie del Quirinale che stavano aprendo e malgrado la momentanea scarsità di Euri, ho deciso di tentare un esperimento che di solito mi riesce: una mostra d'arte e guardare la gente che la percorre. Di solito mi fa bene.
Il tema non è male, L'Ottocento, ma il bello è stato che appena entrato due scolaresche di nanetti mi hanno intralciato il passo, e già stavo meglio in mezzo ai pargoli, ma due coppie di odiose vecchiette o inacidite zitelle o sorelle sole sul viale del tramonto che si sussuranno nelle orecchie stazionando davanti al quadro per ore senza capirne niente o che fanno suonare i sensori o che a voce alta, con una competenza che rasenta la conoscenza assoluta riescono a commentare l'opera con dei miserissimi: "guarda come è bella quella rosa sembra vera" "guarda quel drappo sembra velluto".
Certo, strano, che dei pittori con anni di studio e passione riescano a fare bene il loro mestiere, beh quelle aride vecchiette che odio mi hanno mostrato in realta un lato di una persona che conosco e che non avevo valutato, se non sai fare altro se non provi altro puoi solo fare commenti idioti e/o trincerarti dietro all'emozione che hai ma che nessuno conoscerà mai (tra l'altro se fosse possibile graficizzarla risulterebbe un elettro encefalo gramma piatto) intanto una coppia in gita, con l'audio guida con cuffiette mi folgorato ho ri-visto la vita di tante coppie nelle quali meglio fare le cose vicini che farle sul serio, ovvero tu fai una cosa io ne faccio un'altra, l'importante è che tu ne faccia una io l'altra.
Lui con un rapido gesto ha allentato la cuffia dall'apparecchio mentre lei freddina continuava ad ascoltare e con le cuffie mute la seguiva ruotando gli occhi e sbuffando ma lumando con chiururgica precisione le ragazze al lavoro nele sale o le giovani signore variamente interessate.


Domani parliamo dei bimbi e della folgorazione. (spero forse dovrò iniziare il nuovo lavoro)