lunedì 15 settembre 2008

Quindi....

Che sia orribile re-iniziare: da un quindi; è un concetto assoluto ed ineludibile, ma
ma, ma, resta quanto di così potente, per me, ed assoluto per la conprensione di quanto dica;
che rimane come un lapillo di lava o come un sasso scagliato contro il cielo.

Resta il fatto che stò dicendo; quando lo faccio, anche se lo faccio in accellerazione o compressione: lo facco perchè DEVO.

Resta poco o niente, da poco. . . . anzi da sempre: di fronte o intorno a me, ho troppo, talmente tanto troppo che riesco a comunicare solo a tratti con "houston" ed io ho un problema:
quel rumorino di fondo che, ad ogni respiro, accanto ad ogni pensiero, singolo tocco del gas della macchina, lettura di articolo di qualsiasi giornale, visione di un formato video conosciuto o sconosciuto, a me resta traccia, ricordo, emozione e passione di quanto nella compassione del fatto in quanto tale, elementare o complicato, vero o falso, sincero o mentitore rimane a far pare di me.

Come l'assurdo fatto che sono dovuto uscire di casa, di corsa per inpedire la rimozione della mia macchina parcheggiata da già di più di 18 ore per intralcio la traffico tranviario.

Semplice il salto, al fatto che ho pagato solo lo sgancio dal carro attrezzi e che abbia scritto nel verbale, che non intendo pagare una multa, per la cattiva digestione di un (deficente) che non riesce ad organizzare alcune semplici, limitate quanto lui questioni di viabilità, parola che dovrà certamente andare a leggere almeno per una volta.

Basta, sono stanco come uomo di sinistra, forse anche come comunista, di giustificare, comprendere e difendere mancanze, ormai non più dovute all'ignoranza ma alla manifesta incapacità ed impossibilità di assolvere al compito assegnato, anche se ricevendo in cambio, stipendi, benefit e vantaggi che altri come me non hanno, si tratta di semplice inadeguatezza.
Che facciano altro nei campi e nelle risaie e stiano fuori dai luoghi abitati da esseri senzienti.
O che prima o poi tutti noi, con dovuta comprensione, accogliamo il giusto sfogo o meglio il giusto giudizio e pena correlata.

Aspetto il giudice e l'imbecille dell'atac, che Dio li aiuti, io NO.

Ho già stabilito, deciso e giudicato inappellabilmente.

Danilo Mascolo 15 sett. 2008

E se qualcuno vorrà parlare del mio lavoro e delle mie capacità, si faccia patrocinare almeno da Dio, altrimenti grama sarà la sua di vita e quella dei suoi successori

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